Il vecchio lupo era di pessimo umore.
Si era fatto male a una zampa ed era immobilizzato su una sedia a dondolo già da una settimana, senza poter andare a caccia. Non c'era più niente da mangiare in casa e il suo stomaco rumoreggiava in modo preoccupante. Per colmo di sfortuna, poi, proprio sotto il suo naso brucava un gregge di saporitissimi agnelli.
Guardò i resti del suo ultimo pasto: una pelle di pecora sporca e qualche osso già masticato centinaia di volte.
«Non ha nemmeno più l'odore del cibo, ormai» mugugnò. E, disgustato gli diede un calcio.
Ma a un tratto gli balenò un'idea meravigliosa. «Ma perché non ci ho pensato prima! Se mi travesto da pecora, non avrò bisogno di andare a caccia. Dovrò solo intrufolarmi in mezzo al gregge e scegliere l'agnellino grasso che mi piacerà di più.» E con un largo sorriso sul muso, si aggiustò la pelle di pecora sulle spalle.
Verso sera, il lupo se ne andò zoppicando sul prato. Si intrufolò nel gregge e attese la notte. L'inganno funzionò, e come! Il pastore - non riconoscendolo - lo lasciò entrare nel recinto con le altre pecore vere. Il vecchio lupo teneva la testa bassa e perciò non si accorse del lungo coltello infilato nella cintola del pastore.
«È parecchio che la mia famiglia non mangia del montone fresco», stava pensando il pastore, provando il filo della lama. «Stasera offrirò loro un festino degno di un re.» Con un balzo afferrò l'animale più grosso del gregge e gli tagliò la gola. Quando rivoltò l'animale si accorse che aveva sgozzato... una pelle di pecora, sotto la quale c'era il suo vecchio nemico, il lupo, che se la dette a gambe! Il pastore gridò sghignazzando: «Vecchia carogna, ti è andata male stavolta, eh? Stai lontano dal mio gregge, perché se ti acchiappo mi farò un bell'arrostino di lupo!»